mercoledì 1 ottobre 2014

La Zia vs. il Tipo della Caldaia

Oggi mi sono alzata con l'omicidio in mente.
 Non garantisco che quella di oggi sarà una giornata pacifica.
La zia è nel panico da una settimana perché oggi dovranno venire SIA la donna delle pulizie SIA il tizio delle caldaia. Per lei gestire due persone contemporaneamente è troppo, quindi ci ha detto in maniera piuttosto esplicita che oggi ci vuole fuori dalle palle. Il fatto è, signori miei, che tali figuri non verranno prima delle dieci ma la zia, per prepararsi meglio psicologicamente al fatto, ha pensato bene di alzarsi alle sei.
Fin qui tutto fila e voi vi starete chiedendo il motivo della mia aggressività repressa. Vi annuncio ufficialmente che ha deciso anche, come ogni mattina in cui lei si alza prima, che sarebbe stato bene se ci fossimo alzati tutti. Ma lei non è una persona comune, né tanto meno un essere umano dotato di empatia. E ha iniziato dunque a sbattere tutto quello che è possibile sbattere su questo mondo, dalla federa del divano al cane innocente. Mi ha sbattuto anche i testicoli uno per volta. Poi, realizzando che alle sei non mi sarei alzata neanche per l'emergenza di un immediato sterminio di massa, ha pensato (difficile utilizzare questo verbo a cuor leggero quando si tratta di lei) che sarebbe stato ancora meglio se avesse acceso la luce del corridoio e avesse cantato la Traviata a squarciagola. Adesso, mettendo da parte lo stupore per il fatto che conosca una melodia diversa da quella della sigla di Pomeriggio Cinque, capirete che tutto questo è follia.
Ma la cosa non finisce qui, se è quello che temevate. Mia cugina, che era già sveglia dalle tre e mezzo per ripassare per l'esame di oggi, si stava preparando i vestiti in religioso silenzio nella nostra stanza quando è arrivata lei, l'origine di tutti i miei mali. Mi ha scrutato con fastidio per il fatto che osassi poltrire a letto mentre lei si era alzata da almeno 7 minuti e ha borbottato con tutta la cattiveria che le è intrinseca: "ma accenditela la luce". E come a rallentatore ho visto quell'insaccato di grasso che in molti si ostinano a chiamare dito avvicinarsi gradatamente all'interruttore della luce. Se ci trovassimo in un film horror finirebbe tutto qui e anzi il regista sarebbe comunque costretto a rilasciare un comunicato stampa in cui si scusa pubblicamente per aver traumatizzato le masse in maniera così oscena. Ma ci troviamo a casa Zia dove tutto è possibile e dove la trama non si evolve mai verso un lieto fine. Eccoci qua, intrappolati i  un gioco di sguardi, io, Berenice e la Zia. Berenice ha sbarrato gli occhi nella mia direzione e si è portata una mano alla bocca prevedendo cosa sarebbe accaduto a breve, io ho fissato la zia con tutto l'odio di cui sono capace sperando di appiccarle fuoco con la mente, Lei ha osservato le mie reazioni compiaciuta, con quegli occhi perversi da lampadina da 500 watt. E luce fu. Ho sentito subito le cornee bruciare e per un primo. folle momento ho sperato che il mio tentativo di incendiarla avesse funzionato. Fiamme, fiamme ovunque.

Mi arrostii come un vampiro esposto alla diretta luce del sole.